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Dogana di Bagno di Gavorrano

La Transumanza e la Pastorizia in Maremma e nelle Colline Metallifere.

L’inizio della transumanza di bestiame in Maremma, si perde nella notte di tempi. Studi mostrano evidenze già nel periodo preistorico, con pratiche che proseguono in periodo etrusco e romano. Sicure fonti la testimoniano poi ininterrottamente dal 1200 agli anni 50 del 1900.

La rete viaria per la transumanza all’interno della Toscana, rete delle strade dogane, è stata utilizzata infatti dal Medioevo fino a quando i pascoli pubblici non sono andati in disuso o convertiti in pascoli privati: le dogane erano la parte terminale di quei percorsi che nei secoli videro arrivare in Maremma le greggi Transumanti dal Casentino, dal Pistoiese, dal Fiorentino e dalla Romagna ed in parte dal Monte Amiata.

Importante retaggio del Medioevo legato a pastorizia e transumanza è il nome della importante banca italiana Monte dei Paschi di Siena.

“Monte” indicava fin dal Medioevo un ente che gestiva il debito pubblico, e anche il debito stesso, e anche una rendita e un titolo fruttifero. Divenne il nome di enti bancari

Ma chi sono questi Paschi che hanno dato il nome alla banca o “monte” senese? I Paschi sono un termine medievale che sta per “pascoli”, ricchi pascoli della Maremma.

Un tempo il nome della Banca era diverso: «Il Monte di Pietà, o Monte Pio, nacque il 27 febbraio 1472 con una delibera del Consiglio Generale della Repubblica, al fine di concedere il prestito alle “povare o miserabili o bisognose persone”», con un minimo tasso d’interesse. Più tardi il Granduca di Toscana accettò una crescita e ristrutturazione, ma volle che a garanzia della nuova banca fossero vincolate le rendite dei pascoli demaniali della Maremma.

Scriveva Dante: “Ivi convien che tutto quanto caschi / ciò che ’n grembo a Benaco star non può / e fassi fiume giù per verdi paschi”. Qui Dante non parla dei paschi di Maremma, ma la parola è ovviamente la stessa, l’antico toscano “paschi”, appunto, cioè “pascoli”.

 

L’Anello della Dogana di Bagno di Gavorrano e la via delle Città Etrusche

Il sentiero ad anello che presentiamo è parte di una serie più complessa e articolata di sentieri che rientra nel vasto Progetto Via delle Città Etrusche.

Il progetto coinvolge tramite una convenzione programmatica gli otto comuni del territorio: Roccastrada, Follonica, Gavorrano, Massa Marittima, Monterotondo Marittimo, Montieri, Scarlino – tutti compresi entro i confini del Parco nazionale delle Colline Metallifere, più il Comune limitrofo di Castiglione della Pescaia.

La Via delle città etrusche consiste in una serie di percorsi che si snoderanno per 173 km sulle Colline Metallifere e che saranno collegati alle città etrusche di Vetulonia, Roselle, Populonia e Volterra e al resto degli itinerari culturali della Regione Toscana grazie al recupero di antiche strade immerse nella natura.

Il punto di forza del progetto è quello di creare una rete di sentieri turistici in grado di collegare l’Etruria meridionale con quella settentrionale e l’entroterra. Questo sarà possibile rendendo fruibili per i viaggiatori, a piedi a cavallo o in bicicletta, una serie di percorsi già esistenti che collegheranno al loro interno le varie emergenze storiche e ambientali delle Colline Metallifere a loro volta collegate con le antiche città etrusche e il sistema dei Cammini Storici e degli Itinerari Culturali della Regione Toscana come la Via Clodia e la Via Francigena. I percorsi sono stati prescelti tenendo conto dell’evoluzione degli insediamenti, delle vecchie via di transumanza e della trasformazione del paesaggio legate alle attività minerarie millenarie che hanno avuto luogo nel territorio, che non a caso è Geoparco UNESCO:

I centri storici sono inseriti all’interno degli itinerari, elevandoli al ruolo di tappe intermedie per valorizzare al massimo i borghi medievali ancora abitati in un processo di sviluppo legato al turismo lento. Inoltre, oltre a collegare Vetulonia e Roselle , si connettono tra loro i principali insediamenti etruschi delle Colline Metallifere (forni etruschi per la riduzione del ferro di Rondelli – Follonica, necropoli etrusca di San Germano, necropoli etrusca di Santa Teresa, necropoli etrusca di Poggio Tondo, abitato etrusco del Lago dell’Accesa, miniere antiche di rame e di argento di Serrabottini – Fenice Capanne, miniere antiche di rame e di argento di Montieri).

L’Anello di Bagno di Gavorrano, attorno a via della Dogana, fu usato per molti anni nel passato prima dai pastori arrivati in zona dalle montagne dell’alta Toscana per distribuire le greggi nella maremma scarlinese e poi dai minatori per spostamenti tra le miniere della zona e le loro abitazioni.

Lungo il sentiero ancora oggi si possono osservare allevamenti di pecore.

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